LA CULTURA PER NOI È IMPORTANTE

Figli di Pinin Pero intende valorizzare le memorie storiche ed artistiche di Nizza Monferrato, sede della propria attività, sovvenzionando e partecipando al recupero di opere d’arte ed alla divulgazione di scritti di carattere storico.

La CAVALIERI DI SAN GIOVANNI IN LIGURIA E
NELL’ITALIA SETTENTRIONALE

Quadri regionali, uomini e documenti Sovrano Militare Ordine di Malta Delegazione di Genova e Liguria Atti  del Convegno Genova, Commenda di San giovanni di Pré, 30 settembre – 2 ottobre 2004 a cura di Josepha Costa Restagno.

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Genova vanta uno dei monumenti gerosolimitani più prestigiosi e meglio conservati d’Europa, l’Ospedale di San Giovanni di Pre’, posto sulla riva del mare, in una straordinaria posizione che permetteva l’imbarco di quanti giungevano a Genova lungo le antiche vie dei pellegrini e dei mercanti e potevano sostare nell’Ospitale, capace di accogliere quasi un centinaio, ma in momenti di affollamento anche più del doppio, di pellegrini in attesa di affrontare la traversata verso i Luoghi Santi. Qui, nell’antico Ospedale, si sono tenuti negli ultimi anni tre convegni internazionali, volti ad approfondire le radici dell’Ordine. Nel 2004, anno in cui Genova è stata una delle Capitali europee della Cultura, l’Ordine di Malta con l’Istituto Internazionale di Studi Liguri hanno organizzato, in collaborazione con la Direzione Generale degli Archivi del Ministero dei Beni Culturali, con la Regione Liguria e l’Università di Genova, un convegno mirato allo studio delle sedi dell’Ordine in Italia Settentrionale, e alla documentazione archivistica ancora esistente. Le tre dense giornate del convegno hanno visto la presenza di oltre trenta relatori di tutta Italia e stranieri, dando così origine al corposo volume degli Atti (800 pagine), pubblicato dalla Delegazione ligure dell’Ordine di Malta e dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri, che ha fornito al convegno il supporto scientifico e curato la stampa degli Atti. E’ stato possibile pubblicare il volume grazie all’appoggio finanziario della Figli di Pinin Pero di Nizza Monferrato, lavoro che si aggiunge ad altre iniziative culturali nell’ambito di un “Progetto cultura” a cui l’azienda ha dato vita alcuni anni fa; sono così disponibili interventi di alto livello scientifico, di studiosi sia dell’Ordine – tra gli altri vi partecipa, come già ai precedenti convegni, l’inglese prof. Anthony Luttrell, il più qualificato storico dell’Ordine – sia di molte Università italiane e degli Archivi di Stato di tutta l’Italia Settentrionale; il volume rimane alla base di qualsiasi studio che si voglia in futuro compiere sull’Ordine gerosolimitano, con approfondite ricerche sul territorio dell’attuale Gran Priorato di Lombardia e Venezia. Esso oggi fa capo alla città lagunare ma, non dobbiamo dimenticarlo, a partire dall’inizio del XII secolo ad Asti sorse una delle prime sedi dell’Ordine, il prestigioso priorato di San Pietro in Consavia, che a lungo nei secoli successivi fu a capo dell’intera Lombardia, cioè di tutta l’Italia settentrionale: dalla città piemontese, dove nel medioevo convergevano le maggiori direttrici della finanza e dei commerci internazionali, si irradiava un fitto sistema di sedi gerosolimitane, disposte nelle città principali e lungo le antiche strade, appoggio ai pellegrini e centro di vaste proprietà; esse, qui come in tutta Europa, con i loro redditi contribuivano a finanziare la difficile gestione dell’Ordine a Malta e la sua attività di guerra nel Mediterraneo, in difesa della Cristianità.

AEQUORA, PONTOS, JAM, MARE…
Mare, uomini e merci nel Mediterraneo antico

Università degli Studi di Genova
Atti del Convegno Internazionale Genova, 9-10 dicembre 2004
a cura di
Bianca Maria Giannattasio
Cristina Canepa
Luisa Grasso
Eliana Piccardi

Figli di Pinin Pero & C. S.p.a. è ben lieta di aver potuto contribuire alla pubblicazione degli Atti del Convegno “Aequora, pontos, jam, mare… Mare, uomini e merci nel Mediterraneo antico” e mettere, in questo modo, a disposizione degli studiosi della materia gli approfondimenti acquisiti nelle numerose relazione svoltesi. La nostra società, che opera in settori industriali e commerciali del comparto alimentare, da tempo prediligie per le sue sponsorizzazioni campi culturali che, se pur di alta specializzazione, molte volte trovano difficoltà nel
reperimento di contributi finanziari per lo scarso richiamo che hanno sul grande pubblico. Il nostro impegno ha provveduto a sostenere il restauro di parecchi quadri, la pubblicaione di vecchi statuti comunali ed altre attività che si sono felicemnte realizzate. La Figli di Pinin Pero & C. segue, nei suoi commerci, quelle stesse rotte aperte da quei “cercatori di affari”, anche per un motivo sentimentale di affinità storica che siamo onorati di aver potuto offrire la nostra disponibilità alla divulgazione dei risultati di un convegno dedicato anche ad essi.

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RESTAURO E MESSA IN LUCE DELLA TELA DI PIETRO MELCHIORRE FERRARI
(1735 – 1787) SAN GREGORIO MAGNO
Parrocchia Vicariale di San Giovanni in Lanero Nizza Monferrato

Non c’è persona che, dotata di una pur minima sensibilità artistica, entrata nella Chiesa Vicariale di San Giovanni in Lanero di Nizza Monferrato, non sia stata colpita dall’efficace rappresentatività della pala d’altare della cappella terminale della navata sinistra. Si tratta, infatti, d’un’interessante opera di Pietro Melchiorre Ferrari, nativo di Sissa e vissuto dal 1735 al 1787, operante nell’area della Parma dell’ “età dei lumi” e dei principi Carlo e Filippo Borbone, decorata dall’arte poetica dell’Abate Frugoni, che il Ferrari ha ritratto in una tela conservata alla Galleria Nazionale di Parma. Pietro Melchiorre Ferrari è figlio di un pittore, noto soprattutto per i suoi quadri sacri. Allievo dapprima a Parma di Giuseppe Peroni, passa a Bologna alla scuola di Vittorio Bigari, per ritornare a Parma a frequentare l’Accademia, allievo di Giuseppe Baldrighi. Vincitore di concorsi alla Reale Accademia di Parma, di mette in luce, in modo particolare, con un soggetto storico “Seneca Svenato” ed uno religioso “Guarigione del paralitico” conservati nella Galleria Nazionale di Parma. Oltre ai soggetti religiosi, tra i quali si possono ricordare una “Sant’Anna” e una “Sacra Famiglia”, fedeli alle tradizioni parmensi, il Ferrari ci ha lasciato notevoli ritratti come quelli del Frugoni, del Marchese Du Millot e del Duca Ferdinando. La tela conservata nella Chiesa di San Giovanni di Nizza Monferrato sicuramente attribuibile al Ferrari, la cui firma appare in un particolare del quadro e a tergo della tela, rappresenta la visione di Papa San Gregorio, dalla quale ebbe origine la pia pratica delle messe gregoriane. La Figli di Pinin Pero continuando nella sua opera di valorizzazione delle memorie storiche ed artistiche della città, ha sovvenzionato il ripristino e la messa in luce del quadro del Ferrari.

VITA, REGOLE E COSTUMI DI PUBBLICAZIONE DEL LIBER CATENAE
di Pietro Dotti Vita, regole e costumi di Nizza Monferrato Medioevale

Dobbiamo essere grati al Prof. Dotti Pietro per questo suo studio sul comune di Nizza Monferrato. Si tratta di un accurato esame, condotto sulla scorta soprattutto del Codice noto come Liber Catenae, dell’assetto urbanistico di Nizza Monferrato, della sua struttura amministrativa e delle attività economiche in età medioevale. L’autore s’è valso, come s’è detto, degli Statuti del Comune di Nizza e delle poche fonti disponibili per una storia del Medio Evo nicese, come il manoscritto anonimo inedito sull’assedio di Nizza del 1613, i frammenti inediti di una Chronica dell’edificazione di Nizza, conservati nell’archivio comunale di Nizza e le Note, pure inedite, scritte sull’agosto 1860 da Alessandro Ripa di Meana. Com’è noto l’archivio comunale di Nizza è stato, per quanto riguarda il fondo storico, non solo depauperato, ma quasi nullificato da successive devastazioni, soprattutto conseguenti a fatti bellici, per cui in molte occasioni, è necessario procedere in termini suppositivi. Purtroppo la nostra città, povera di monumenti, lo è del pari di documenti e di testimonianze. L’autore del presente saggio, non solo non ha potuto fissare la data di redazione del Liber Catenae, per mancanza di sicure attestazioni, ma si è anche trovato di fronte alle vescata quaestio dell’origine del Comune di Nizza. Il Prof. Dotti propende per la collocazione della nascita di Nizza in età anteriore al 1225, proposta dal Dott. Alberto Migliardi, autore dell’unica Storia di Nizza esistente. Parte dalla convinsione che ci siano buone ragioni per credere che “l’istrumento” del 1021, citato da Jacopo Durandi, in cui si nomina Villa curte Nicia, sia andato perduto durante i successivi saccheggi ai quali Nizza fu sottoposta, ma che non se ne possa negare l’autenticità. D’altra parte il prof. Dotti ritiene non credibile il fatto che il nostro Comune, che per quanto attesta un documento riportato dal Moriondo nei Monumenta Aquensia, era retto nel 1235 da un podestà, abbia avuto un governo consolare per soli dieci anni e conclude che la nascita di Nizza deve porsi in età anteriore al 1225. Di particolare interesse è la sezione dedicata all’urbanistica: nelle pagine dedicate a quest’aspetto del poderio nicese abbiamo modo di venire a conoscenza della struttura della Nizza medioevale e della disposizione delle sue vie. L’identificazione delle vie moderne con quelle medioevali permette di dare, anche all’abitato nicese, quello spessore storico di cui è avvertibile la carenza. Le pietre di Nizza sono quasi del tutto mute e si respira poca storia e leggenda nelle vie e nelle piazze della città, tanto che sarebbe quasi priva di passato se non ci fosse la non mai abbastanza lodata opera storica del Dott. Migliardi che ha raccolto quello che era possibile sottrarne all’usura del tempo. Dall’esame della descrizione di Nizza, risultante dal Liber Catenae e da fonti inedite della storia di Nizza, il Prof. Dotti ritiene di ascrivere, secondo la tipologia dell’Atlante di Storia del’urbanistica di Mario Morini, la struttura della nostra città al tipo di centro urbano con una sola strada longitudinale e con strade secondarie disposte a doppio pettine. Questa proposta interpretativa è interessante perchè si uniforma all’attribuzione tipologica, che troviamo nel 1° volume della Storia d’Italia einaudiana, di Nizza ai centri medioevali, rari in Piemonte, a struttura ortogonale anomala rispetto alla struttura radiocentrica che caratterizza molti centri urbani medioevali.

SANTA FRANCESCA ROMANA ADORA LA MADONNA CON BAMBINO
Associazione di cultura nicese L’Erca ex confraternita della Trinità, Nizza Monferrato
Secolo XVIII – 1700 – 1749
ambito astigiano
Olio su tela 79 x 76
Provenienza e monastero delle benedettine cassinesi.
Restauro eseguito dalla Nicola Restauri di Aramengo (AT).

SANT’ANTONIO DA PADOVA E SAN FILIPPO NERI
Parrocchia di Santo Stefano – Castelnuovo Calcea (AT).
Cappella del Suffragio
Università degli Studi di Genova
Secolo XVII – prima del 1666
Bottega Piemontese
Olio su tela 110 x 130
Restauro eseguito dal Laboratorio Doneux e Soci, Torino.

NOLI ME TANGERE
Associazione di cultura nicese L’Erca
ex confraternita della Trinità,
Nizza Monferrato
Secolo XVII – 1650 -1699
bottega piemontese
Olio su tela 172,5 x 125,5
Provenienza e monastero delle benedettine cassinesi.
Restauro eseguito dalla Nicola Restauri di Aramengo (AT).

NIZZA MONFERRATO
cultura figurativa tra XVI e XX secolo
Ex chiesa della S.S. Trinità – Nizza Monferrato
presentazione del volume
edito da Figli di Pinin Pero s.p.A.,
12 aprile 2014
a cura di
Chiara Lanzi

Nel momento in cui la quinta generazione si appresta a partecipare alla gestione aziendale, dedichiamo questa pubblicazione a coloro che ci hanno preceduti, che con il loro lavoro, la loro etica commerciale e i loro sacrifici hanno permesso a questa azienda di giungere ad essere annoverata tra le maggiori aziende nel settore saccarifero europeo. E per ringraziare questa terra che ha ospitato il nostro lavoro, abbiamo voluto fornire ai nostri concittadini e ai futuri Nicesi un testo che rappresenti l’ “inventario” delle opere d’arte oggi esistenti nella nostra città, con lo scopo di incentivarne la conservazione e la cura. Lo offriamo con l’augurio che ciò possa muovere in tutti una maggiore attenzione al patrimonio storico- artistico lasciatoci dai nostri padri.

Figli di Pinin Pero SpA

“Ai primordi di questo progetto editoriale si colloca un’esigenza, forte e chiara, espressa dal committente, Renzo Pero: redigere un repertorio delle principali opere d’arte oggi esistenti a Nizza Monferrato, con lo scopo i incentivarne la conoscenza e la cura. Nel cercare di dar forma a questo proposito, è stata individuata una cospicua serie di opere (diverse per collocazione, epoca e tecnica esecutiva) scelte in base alla loro fruibilità e al contributo che la loro analisi storica e stilistica avrebbe potuto dare alla conoscenza della cultura figurativa locale: verificata la natura ecclesiastica della stragrande maggioranza di esse, si è ritenuto opportuno immergerle nella storia dell’edificio religioso che oggi le ospita, nel tentativo di contestualizzarle e insieme dare ordine cronologico al groviglio di fasi e di stili che caratterizza ogni chiesa storica. E’ così nata la struttura portante del volume, costituita da 65 schede di opere d’arte, divise in sette capitoli corrispondenti ai sette edifici religiosi che oggi le ospitano. Si è preferito non elaborare analoghe schede sull’edilizia nobiliare e sulle committenze di carattere civile, data la sporadicità e l’attuale scarsa conoscenza di questi episodi (se si escludono casi rilevanti, ma circoscritti come il cantiere di Palazzo Crova nell’ottavo decennio del XVIII secolo): si è comunque deciso di dare il dovuto e necessario spazio al coté laico dell’arte nicese nei saggi e nelle tavole fotografiche a corredo del volume. Il risultato finale potrebbe per certi versi assomigliare al catalogo di una mostra, ma – a differenza di quanto accade solitamente in un catalogo – questo volume si impone di far luce su opere restaurate così come su opere avvilite dal degrado e dall’incuria, su opere di alto livello qualitativo così come su opere assai modeste, per non dire ben poco attraenti: in fondo quel che qui si mette in mostra è il passato di un’intera città, con tutta l’ingarbugliata rete di relazioni culturali che lo ha determinato.”

Chiara Lanzi