Dobbiamo essere grati al Prof. Dotti Pietro per questo suo studio sul comune di Nizza Monferrato. Si tratta di un accurato esame, condotto sulla scorta soprattutto del Codice noto come Liber Catenae, dell’assetto urbanistico di Nizza Monferrato, della sua struttura amministrativa e delle attività economiche in età medioevale. L’autore s’è valso, come s’è detto, degli Statuti del Comune di Nizza e delle poche fonti disponibili per una storia del Medio Evo nicese, come il manoscritto anonimo inedito sull’assedio di Nizza del 1613, i frammenti inediti di una Chronica dell’edificazione di Nizza, conservati nell’archivio comunale di Nizza e le Note, pure inedite, scritte sull’agosto 1860 da Alessandro Ripa di Meana. Com’è noto l’archivio comunale di Nizza è stato, per quanto riguarda il fondo storico, non solo depauperato, ma quasi nullificato da successive devastazioni, soprattutto conseguenti a fatti bellici, per cui in molte occasioni, è necessario procedere in termini suppositivi. Purtroppo la nostra città, povera di monumenti, lo è del pari di documenti e di testimonianze. L’autore del presente saggio, non solo non ha potuto fissare la data di redazione del Liber Catenae, per mancanza di sicure attestazioni, ma si è anche trovato di fronte alle vescata quaestio dell’origine del Comune di Nizza. Il Prof. Dotti propende per la collocazione della nascita di Nizza in età anteriore al 1225, proposta dal Dott. Alberto Migliardi, autore dell’unica Storia di Nizza esistente. Parte dalla convinsione che ci siano buone ragioni per credere che “l’istrumento” del 1021, citato da Jacopo Durandi, in cui si nomina Villa curte Nicia, sia andato perduto durante i successivi saccheggi ai quali Nizza fu sottoposta, ma che non se ne possa negare l’autenticità. D’altra parte il prof. Dotti ritiene non credibile il fatto che il nostro Comune, che per quanto attesta un documento riportato dal Moriondo nei Monumenta Aquensia, era retto nel 1235 da un podestà, abbia avuto un governo consolare per soli dieci anni e conclude che la nascita di Nizza deve porsi in età anteriore al 1225. Di particolare interesse è la sezione dedicata all’urbanistica: nelle pagine dedicate a quest’aspetto del poderio nicese abbiamo modo di venire a conoscenza della struttura della Nizza medioevale e della disposizione delle sue vie. L’identificazione delle vie moderne con quelle medioevali permette di dare, anche all’abitato nicese, quello spessore storico di cui è avvertibile la carenza. Le pietre di Nizza sono quasi del tutto mute e si respira poca storia e leggenda nelle vie e nelle piazze della città, tanto che sarebbe quasi priva di passato se non ci fosse la non mai abbastanza lodata opera storica del Dott. Migliardi che ha raccolto quello che era possibile sottrarne all’usura del tempo. Dall’esame della descrizione di Nizza, risultante dal Liber Catenae e da fonti inedite della storia di Nizza, il Prof. Dotti ritiene di ascrivere, secondo la tipologia dell’Atlante di Storia del’urbanistica di Mario Morini, la struttura della nostra città al tipo di centro urbano con una sola strada longitudinale e con strade secondarie disposte a doppio pettine. Questa proposta interpretativa è interessante perchè si uniforma all’attribuzione tipologica, che troviamo nel 1° volume della Storia d’Italia einaudiana, di Nizza ai centri medioevali, rari in Piemonte, a struttura ortogonale anomala rispetto alla struttura radiocentrica che caratterizza molti centri urbani medioevali.